No vax ovunque, no vax in televisione e sui giornali, no vax dappertutto. Con l’avvicinarsi del 10 marzo – data in cui i bambini dagli 0 ai 6 anni che non sono stati vaccinati dovrebbero essere allontanati dagli asili e dalle scuole materne che frequentano – molti giornali e televisioni si sono immediatamente buttati a pesce sull’argomento e hanno lanciato una nuova moda: andare a scovare in giro per l’Italia le cosiddette mammine informate, le mammine no vax che per motivi astrusi e non ben comprensibili – sicuramente non basati su evidenze scientifiche – si rifiutano di sottoporre alle vaccinazioni obbligatorie i propri figli. L’obiettivo? Dar loro la possibilità di dire la propria sull’argomento.
Graniticamente convinte che i vaccini facciano male, che provochino autismo e gravissimi problemi di salute, le mammine no vax ora, quindi, non si limitano a propagare le loro astruse teorie solamente nei gruppi Facebook e nel sottobosco del Web ma sono assurte, purtroppo, al ruolo di opinioniste titolate a spiegare per quale motivo faranno causa alla scuola che impone al proprio pargolo di non entrare a scuola senza vaccinazioni o perché ritengono che il rifiutare l’accesso a scuola di questi bambini sarebbe una discriminazione paragonabile a quella subita dai bambini non ariani sotto il nazismo. Insomma, alcuni giornali e televisioni ritengono queste mammine informate meritevoli di diritto di parola sull’argomento, nonostante sia chiaro e lampante che della materia non sanno assolutamente nulla, e permettono loro di diffondere teorie astruse, pericolose e soprattutto prive di ogni base scientifica dai salotti televisivi nazionali o dalle colonne dei principali quotidiani italiani.
Va concesso il diritto al contraddittorio, sostiene qualcuno. Ma da quando esiste il diritto a disinformare o propagandare bufale? Esattamente quando abbiamo iniziato a scambiare la libertà di espressione con il dovere di porgere un megafono agli ignoranti? Da quando l’invito in televisione o la possibilità di rilasciare interviste ai giornali rientra nella sfera delle libertà insopprimibili dell’individuo? Per quale motivo, poi, dovrebbe essere concesso il diritto al contraddittorio a chi non sa nemmeno di cosa sta parlando e cerca al contempo di diffondere teorie anti-scientifiche basate sul nulla? Il diritto alla libertà di espressione nulla ha a che fare con il diritto di esprimere le proprie opinioni in televisione o sui giornali. Sarebbe bene ricordarlo e sottolinearlo ogni tanto, per il bene dell’informazione.