Primo post, ma molto sentito.
La coerenza è la virtù degli imbecilli. Lo disse Prezzolini, venne deriso e bistrattato. In realtà aveva tutte le ragioni per sostenerlo. Quella che spesso pensiamo essere coerenza in sostanza è orgoglio fine a se stesso. Ed è stupido, il piegarsi a scelte che si crede siano necessarie e ineluttabili, strade intraprese a malavoglia andando contro la propria natura è, appunto, da imbecilli.
La coerenza da muli blocca, non fa crescere, non permette agli individui di concretizzare esperienze e situazioni disparate. La coerenza è da vili, non da eroi. L’eroe prende atto dei propri errori e si mette in gioco, cambiando idea.
La coerenza fine a se stessa si chiama dogmatismo, ma anche orgoglio, e il dogmatismo e l’orgoglio sono una vera merda. Il dogmatico non si evolve, rimane bloccato da lacci e lacciuoli che si impone, convinto siano il male minore.
Diceva Mahatma Gandhi: “Vorrei dire ai diligenti lettori dei miei scritti e agli altri che vi fossero interessati che non mi curo affatto di apparire coerente. Nella mia ricerca della Verità, ho abbandonato molte idee e imparato molte cose nuove”.
Carissima Charlotte, il suo post è davvero interessante ma, in senso assoluto, come si fa a definire una persona coerente?
A titolo di esempio se due persone stipulano un contratto (di compravendita, di matrimonio o di quello che le fa piacere) e dopo un po’ una delle due parti cambia idea e si giustifica dicendo “la coerenza è la virtù degli imbecilli”, che senso ha stipulare un contratto? Secondo me questa è semplicemente una scappatoia, una giustificazione per chi non ha carattere e “come un lino a sventolare” cambia idea (per salvarsi da una situazione, a danno di qualcun altro). I machiavellici, i politici, possono giustificarsi in tal modo. Ben diversa è la situazione supportata da “scienza esatta” e allora se io asserisco che 2+2 fa 3 e qualcuno mi fa notare che è impossibile, a ragione è corretto essere incoerenti e mettere l’orgoglio da parte.
Ritengo pertanto che “la coerenza è la virtù degli imbecilli” debba essere contestualizzata altrimenti… sono io, il capo degli imbecilli.